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LE PERLE DEL TANTRA

LE PERLE DEL TANTRA

Cosa significa Tantra?

Il termine Tantra si riferisce al concetto di rete,

tessuto che dà l’idea di un intreccio dove tutto

si relaziona con il Tutto.

Una delle più importanti Scuole del Tantra

Advaita (che considera il tutto come una unità

indivisibile) è conosciuta come Kaula.

Il termine Kaula deriva dalla parola kula che

significa famiglia, società, comunità.

Perciò kaula, può essere interpretato come la

via della comunità, della famiglia.

La parola Kula significa inoltre la forza cosmica

di manifestazione (Shakti) e akula significa

coscienza (Shiva).

Perciò il sentiero di kaula è l’unione di Shiva e

Shakti, unione cosmica.

Si afferma che il sistema Kaula implichi

semplicità di vita combinata con armonia

dell’ambiente interiore ed esteriore, assieme

ad una comprensione ed accettazione degli

altri.

Qual’è l’essenza del Tantra?

Il Tantra si differenzia dagli yoga classici

principalmente per questo dato fondamentale:

mentre lo yoga cerca la trascendenza aldilà

dei sensi, aldilà del piano esistenziale del

corpo e della materia, il tantra cerca e trova la

trascendenza nella materia stessa.

Si potrebbe quasi affermare che il tantra non

cerca la trascendenza in quanto già presente!

È nei sensi stessi che cerca il trascendente!

Quindi il tantra non tratta di andare oltre i

sensi, non c’è un pratyahara, non si tratta di

superare l’attività sensoriale ma di svilupparne

la coscienza fino a farla diventare il mezzo

attraverso il quale giungere alla coscienza del

Conoscitore.

Com’è possibile realizzare questo percorso?

Nel tantrismo il concetto di unire le due polarità universali in una esperienza unica di coscienza,

è assolutamente centrale e fondamentale.

Il percorso tantrico, ubicandosi per sua natura

nella realtà duale, cerca l’unione delle polarità

universali nel qui/ora, attraverso i sensi, per

giungere alla natura non duale.

Ciò che si conosce del tantra in occidente è

l’aspetto dell’unione maschile-femminile.

Per questo e per altre caratteristiche di

questa disciplina che mette in primo piano la

spontaneità e l’autenticità e si estende al di

là degli aspetti morali delle società umane,

nel corso del tempo e soprattutto nell’India

stessa si è diffuso un pregiudizio per cui il

tantra è una pratica terrifica, da nascondere,

e da evitare perfino di parlarne, mentre per

l’occidente moderno e curioso è sinonimo di

“sesso esotico”.

Realizzare l’unione a partire dai sensi implica

sicuramente la sessualità….

Di qui il luogo comune che il tantra sia una

maniera “esotica” di vivere la sessualità.

Tuttavia è solo un malinteso tipico della società

occidentale che fa del tantra erotismo.

In realtà il tantra non è una tecnica erotica, non

lo è mai stata né lo sarà mai.

L’unione della polarità attraverso l’unione

sessuale è certamente un tema tantrico ma la

sessualità viene vissuta come una meditazione,

cercando di realizzare nell’unione dei corpi

delle emozioni e delle menti, la vera realtà

unica dell’Essere che è UNO nei due amanti,

come in tutti gli esseri e in tutte le cose.

Quindi non limitandosi al godimento dei sensi,

ma attraverso i sensi.

Questo è un tema vasto e profondo, tuttavia

è necessario comprendere come cercare la

trascendenza nei sensi…

Lasciando a parte la sessualità per non

cadere nella trattazione di tecniche che ci

devierebbero, ritorniamo ai sensi, che sono

quelli che tutti conosciamo:

olfatto, gusto, vista, udito e tatto, e in più uno

che pochi conoscono che è il senso della spazio,

inteso come la propriocezione della posizione

che occupiamo nello spazio.

Quest’ultimo è utilizzato molto nel tantra

perché richiede un ascolto profondo di sè.

Cosa significa ascolto profondo?

Ascolto Profondo: questo è il punto focale

comune a tutti i sensi, e comune a tutti gli yoga.

Il tantra infatti è uno yoga, anzi, è all’origine di

tutti gli yoga, e sembra che fin dalle origini e

poi nel corso del tempo lo yoga si sia ispirato

al tantra fino ad assimilarlo nella sua essenza.

Qualsiasi cosa una persona stia facendo, se

riesce ad immergersi sufficientemente a fondo

in ciò che sta facendo può trovare l’essenza del

qui e ora.

Per esempio, se una persona sta degustando

un cibo, può immergersi nella degustazione, nel

momento in cui lo sta facendo, in modo totale,

fino a diventare il senso del gusto stesso.

Realizzando questo si produce una esperienza

totalizzante che avviene qui, ora.

Nello yoga si entra in un percorso dove si

negano i sensi, la mente si ritiene disturbata

dai sensi: da asana a pranayama e prathyahara

(annullamento delle percezioni sensoriali), per

poter accedere al samyama, meditazione,

concentrazione, samadhi.

Nel Tantra la mente non è disturbata dai

sensi, al contrario, entrando completamente,

incondizionatamente nello spazio dei sensi

entriamo nel qui/ora.

Dato che la porta del trascendente è nel

presente, è possibile, anzi naturale, accedere

al trascendente attraverso i sensi.

I sensi non sono l’antitesi dello spirito, ma sono

vissuti come la manifestazione dello spirito.

 

Nel tantra non c’è uno spirito separato dalla

materia, ma una materia che allo

 stesso tempo

è emozione, mente, spirito… e quindi la

materia stessa è trascendentale.

Qualsiasi sia l’esperienza sensoriale che stai

facendo la devi vivere in una profonda fusione

con te stesso, con la tua presenza cosciente,

fondere il tuo Essere con i sensi, con la materia

e lo puoi fare solo nel qui/ora.

Fallo senza riserve, concentrato nella massima

presenza.

Non separare il buono dal cattivo, il bene

dal male: il tantra parte da un concetto di

integrazione a priori, vivere la realtà così com’è

nel momento presente senza alcun giudizio

della mente, senza alcuna divisione, con

estrema presenza.

Non separare un pensiero che consideri “male”

ma integralo nella realtà.

Non farti prendere dalla natura del pensiero,

il pensiero rimane il pensiero qualunque sia

la sua natura, ciò che risalta è la presenza, lo

spazio in quanto luogo della realtà.

Si dice “entrare nello spazio di un’emozione”.

Per esempio, qualcuno ti ha fatto arrabbiare,

sei molto alterata, ti impedisce il controllo di

te stessa, normalmente cerchi di separare

l’arrabbiatura per recuperare la tua tranquillità.

Nel tantra prendi l’arrabbiatura, non è possibile

rifiutarla ed entri nello spazio dell’arrabbiatura

come fosse (è) l’unica realtà esistente, non si

tratta di rimuginare nell’arrabbiatura, altrimenti

saresti preda del pensiero che non è qui/ora.

Mi sento profondamente nella presenza e

quando riesco a farlo l’arrabbiatura diventa

altro… se ne va e rimane la presenza.

Non solo, l’energia dell’arrabbiatura diventa

una specie di missile che ti spinge verso la

presenza lucida.

L’accettazione deve essere a priori, perché se

accetti non separi.

Nel tantra, non separare; non separazione tra

paradiso/inferno; bene/male… solo la realtà

così com’è.

Il tema centrale è l’Intenzionalità.

L’Intenzionalità fa la differenza.

Se odi lavare i piatti perché rompe, ma lo devi

fare anche se non ti piace, cosa succede?

Lo devi fare ma lo rifiuti. Si genera così una

dicotomia, quella dicotomia è esattamente la

causa della sofferenza, …però puoi operare

il miracolo: vivi qui ora accettando quello che

devi fare e…cosa accade?.. non c’è più la

sofferenza.

“Vivi qui ora accettando quello che devi fare”,

non è più pesante, e scopri che non sei più nel

piombo, ecco come l’Essere trasmuta il peso

del piombo in oro; perché ti da gioia, presenza,

percezione di quello che sei, non di quello che

subisci.

L’alchimista viene sempre rappresentato come

una persona allegra che ride, deve pulire una

latrina e lo fa ridendo, mentre il pover’uomo lo

fa bestemmiando.

Ora se mi rompe lavare i piatti, l’accetto e so

che già la prossima volta sarà diverso, cerco un

atteggiamento diverso.

Lo stesso per la pigrizia: sei dentro e riesci ad

oggettivare che è una parte di te, allora la puoi

trasmutare; accettarla significa entrarci dentro.

Tantra è sacralizzare ogni momento, sacralizzare

il piombo lo trasforma in oro, sacralizzare

qualsiasi cosa, anche la pigrizia, ti permette di

uscirne, infatti nel momento in cui ti dai da fare

senza sofferenza rientri nel qui ora.

La pigrizia è uno stato in cui tu vivi la realtà ma

sei altrove, in una specie di limbo, ma non sei

presente completamente, perché la pigrizia è

un lasciarsi andare trascurando la presenza,

se invece ti lasci andare nel qui/ora entri nella

presenza del Se.

Nel tantra è importante lasciar andare, no

appigli, non legarsi a nulla, perché ti

identifichi con l’appiglio, mollare tutto per

identificarti con l’Essere che sei, ecco ciò che

si deve fare.

L’intenzionalità segna verso dove vado, dà la

direzione, se nella mia mente c’è l’immagine

di andare a Roma, l’intenzionalità mi da la

direzione da prendere.

Se l’immagine è “l’unità della polarità”, tendo

ad integrare spontaneamente.

Entrare nella spontaneità attraverso un

atto volitivo che è quello dell’intenzione

determinata… “Io forse un giorno.., vorrei…,

mi piacerebbe…, se, ma..”, è un non qui/ora,

invece se hai l’intenzione determinata questa

segna il cammino e vai spontaneamente verso

l’obiettivo.

Ad un certo punto tutto converge verso

quell’obiettivo.

L’universo cospira…

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